"Vorrei una vita da film". 


A chi di noi non è mai capitato di dirlo o anche solo pensarlo, forse è una delle poche che ci accomuna tutti. 
Infatti la nostra vita è proprio un film, noi ne siamo i protagonisti e molte persone, lungo il percorso, entrano a fare parte del cast. 
Tenendo la metafora cinematografica di fondo, possiamo riconoscere che in noi i disagi ei problemi psicologici insorgano quando le varie sceneggiature che si intrecciano non seguono la stessa trama. Ad esempio nella fine di una relazione ciò che maggiormente addolora è che spesso non avviene all'unisono nei rispettivi copioni. Uno dei due vorrebbe continuare ad avere l'altro nella propria vita mentre l'altro ha deciso che è arrivata la fine per quel personaggio. Quindi in un film si continua inutilmente a ideare nuove scene, nell'altro si è già andati avanti. Ciò che aiuta a superare questi momenti è cambiare il presupposto di base, cioè che noi siamo i registi della nostra vita, che lavoriamo con unico attore sempre presente sul set: noi stessi. Tutti gli altri che ne entrano a far parte cambieranno, si trasformeranno, se ne andranno, e il protagonista ha il compito di tirare fuori il suo essere poliedrico da vero artista capace di riadattarsi alla nuova scena e al nuovo cast. Il nostro produttore è la vita, sapersi piegare al suo volere consentire di rimanere in concorso.

Dott.ssa Schilirò Barbara Maria Rita

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